venerdì 22 aprile 2011

Nel senso che

Ormai si assiste impotenti alla distruzione della lingua italiana o di quel poco che di essa è rimasto. I manigoldi che l'hanno stuprata sono sovente "intellettuali" e "scienziati". Questo è il segno di quanto sia ormai degenerata la nostra società: addirittura, con mirabile finezza, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, (nomen omen), si è di recente esibito nel turpiloquio. Certo, le azioni della classe “politica” sono assai più turpi delle loro parole, ma restano lo sfacelo dell'idioma, la bruttura, lo scadimento come bubboni purulenti di una peste linguistica. I problemi veri sono altri ed è ozioso scandalizzarsi per qualche espressione colorita, per la distruzione della sintassi ed il depauperamento del lessico.

Così l'attualità è piena di eventi atroci, in una climax di violenza e di iniquità che non ha precedenti nella storia umana, soprattutto perché sono sovente brutalità ed ingiustizia istituzionali, di stato. Stefano Cucchi è stato massacrato di botte ed i suoi carnefici forse riceveranno un'ammonizione come calciatori fallosi. Federico Aldrovandi, manganellato ed umiliato da agenti di polizia, morì mentre con la voce soffocata tra i rantoli implorava un aiuto dai suoi aguzzini. Questi sono solo due episodi balzati ai disonori della cronaca, ma quanti restano oscuri e si perdono tra le migliaia di crimini cui quasi siamo assuefatti! Infatti lo sfruttamento, la ferocia e la tortura come norma non riescono neppure più a risaltare sullo scenario della pazzia planetaria.



Intanto i governi nazionali sono stati de facto esautorati affinché cedano i poteri ad organismi sopranazionali, tesi ad instaurare con le buone, ma soprattutto con le cattive, il funesto Nuovo ordine mondiale, imperniato sul controllo assoluto, di tipo tecnologico. La strada per la futura tirannia è spianata, con sadica lentezza, grazie ad una congerie di iniziative, anche per mezzo di quelle che paiono innocue o che sono addirittura presentate come misure nell'interesse della collettività. La privatizzazione dell'acqua "potabile", i nuovi tributi per finanziare l'operazione "scie chimiche", le leggi sulla "sicurezza", la campagna per le vaccinazioni "contro" l'influenza AH1N1, la crisi economica mondiale, i conflitti che insanguinano vaste aree del pianeta... sono solo alcune delle tessere di un grottesco mosaico.

Di fronte alla cupa tragedia dei tempi finali, che cosa può significare lo stupro della lingua? E' uno dei fini perseguiti dalle ripugnanti élites, perché consuona con l'affossamento delle culture nazionali annacquate in un dolciastro e vomitevole europeismo o mondialismo, evirate in una neo-lingua che non trasmette più alcun pensiero ed emozione, piatta, arida, morta.

Suona ironico che una siffatta lingua castrata si incanti, come un disco graffiato di vinile, in un sintagma ossessivo, usato ormai ad ogni piè sospinto, ossia "nel senso che" (talvolta abbreviato con "nel senso... ", amore per la brachilogia). "Nel senso che": espressione insensata sulla bocca di insensati in una società ormai priva di senso.

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