venerdì 14 maggio 2010

Le palle di Pallini

Ormai i disinformatori hanno il fiato corto. Nel vano tentativo di negare l'evidenza delle scie chimiche, ora viene sguinzagliato un sedicente pilota civile intercontinentale che si aggiunge alla masnada dei soliti millantatori, personaggi usi a sciorinare titoli accademici, laddove essi non distinguono tra un aquilone ed un Boeing. Un esempio palmare di incompetenza unita ad un'enorme dose di improntitudine è il temino di tale Pallini, un guazzabuglio che, per comicità involontaria, supera persino l'articolo del meteorologo (?) Giuliacci, causa di tanta ilarità tra i lettori.

L'articolo in questione si chiama "Il mistero della scia", è scritto da Pietro Pallini - Pilota di voli intercontinentali - nella rubrica "AltaQuota" e verrà pubblicato il 17 di questo mese.

La velina scritta da Pallini si inserisce all'interno di un diabolico piano che mira a piegare ed a modificare le leggi fisiche ad uso e consumo della disinformazione. Ricordiamoci del romanzo 1984 in cui il protagonista, Winston Smith, adempie con scrupolo il compito di modificare i documenti del passato al fine di censurare le verità e con lo scopo di adeguare la storia alla menzognera e camaleontica ideologia del Grande Fratello.

Ebbene, questi omuncoli agiscono allo stesso modo: prima hanno inventato la fandonia delle scie persistenti (un non-senso fisico, neanche la temperatura dell'atmosfera terrestre fosse quella di Plutone), vera mistificazione ideata dalla N.A.S.A., in seguito hanno cominciato, un po' alla volta, a ritoccare i parametri dell'altitudine, i valori di temperatura e di umidità, necessari affinché si formino le scie di condensa alle nostre latitudini. Dagli 8.000 metri di quota (e ci teniamo letteralmente bassi se ci riferiamo a questa altitudine), i bugiardoni sono scesi ai 7.000-6.000, per precipitare (è il caso di dirlo) a 5.000 metri, come nel caso del Pallini. A proposito dell'umidità relativa, i vari "esperti" restano nell'ambito di un'insopportabile genericità, accennando a valori alti o idonei. Le temperature, infine, sono passate dai 41-42 gradi sotto zero circa, ai -36, quindi -30 per salire ai -25 del nostro brillante autore. Egli poi, non potendo del tutto, almeno per ora, stravolgere la scienza, ammette che in inverno le scie di condensa si formano a -40, ma, prodigi del cielo, nella stagione fredda, tendono a permanere e ad espandersi, creando "suggestivi" reticoli.

Da tutto questo scalcinato, infantile discorso, si evince che, se queste stramberie corrispondessero a verità, l'acqua posta sul fuoco potrebbe bollire a 40 gradi Celsius sopra lo zero, mentre l’acqua evaporata dalla pentola creerebbe delle scie durevoli destinate ad allungarsi per decine di metri nelle stanze di un'abitazione.

Come è possibile che gli aghetti di ghiaccio di una scia, anziché sciogliersi, si moltiplichino per poi generare enormi scie che si allargano indefinitamente? La verità è un'altra: non sono né aghetti di ghiaccio né vapore acqueo, ma elementi e composti chimici nonché agenti biologici.

Pallini, vogliamo smetterla di raccontare baggianate? Vogliamo smetterla di addurre la solita pseudo-argomentazione dell'aumento del traffico aereo? L'incremento si limita ad un cinque per cento, ma in nessuna maniera e per nessun motivo può spiegare il numero infinito di scie, persistenti ed effimere, che sfigurano il cielo fuori dai corridoi ufficiali. Inoltre il mistificatore si contraddice, ricordando che i voli internazionali incrociano ad alta quota.

Il cabarettista, non pago di queste amenità, conclude con un patetico aneddoto, ricordando che uno degli aerei immortalati su un sito dedicato alle chemtrails era il suo... Che coincidenza! Un 747, la cui quota di crociera è pari a 13.000 metri, è, secondo lui, visibile nei dettagli da terra. Leggendo la didascalia della foto, con data, ora e luogo, egli ha infatti riconosciuto il suo trabiccolo con le ali, mentre trullava rumorosamente, generando una contrail. Era proprio lui "lo sciagurato responsabile della scia". Responsabile della scia? Può essere, ma anche dell'ennesima, risibile, sfacciata bugia.



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